Cosa possiamo fare per evitare inutili sprechi e ridurre impatto ambientale dell’industria della moda? Oggi ci occupiamo di moda sostenibile, e vi propongo 4 valide alternative al fast-fashion.
Cos’è il fast fashion
Fast fashion, detto anche “moda usa e getta”, è un termine moderno usato per indicare un design che, producendo in modo rapido ed economico, consentirebbe ai consumatori di acquistare abbigliamento e accessori a basso prezzo.
Apparentemente potrebbe sembrare una cosa positiva, no?
No. non lo è.
Per poter mantenere questi prezzi concorrenziali, si utilizzano materiali scadenti, e soprattutto si ricorre a manodopera a basso costo nei paesi in via di sviluppo, contribuendo così allo sfruttamento delle persone in condizioni di lavoro pericolose e spesso disumane.
E non è tutto.
Impatti ambientali dell’industria della moda
L’aumento esponenziale della domanda, fa si che ogni anno venga prodotta una quantità sempre maggiore di vestiti, con gravissimi impatti ambientali: l’iter di produzione consuma risorse primarie come l’acqua, genera sostanze di scarto pericolose che danneggiano irrimediabilmente interi ecosistemi, e rilasciano gas serra nell’aria, contribuendo in maniera massiva all’inquinamento.
Inoltre questo concetto di usa e getta va inevitabilmente a generare una quantità smisurata di rifiuti.
Se volete approfondire la questione potete leggere questo post
oppure vedere The True Cost, un documentario sul tema disponibile su Netflix.
Moda sostenibile: cosa possiamo fare?
Sicuramente la situazione non è sostenibile.
Come in tantissimi aspetti della nostra economia la crescita esponenziale infinita in un pianeta di risorse FINITE è destinata a fallire miseramente nel giro di pochissimi anni.
Un’inversione di rotta è necessaria e va fatta al più presto. E ciascuno di noi può e deve fare la differenza.
Io nel mio piccolo, posso proporvi 4 alternative che personalmente ho sperimentato.
4 alternative al fast fashion per un armadio sostenibile
Detto tutto questo, in concreto:
dove si può acquistare abbigliamento sostenibile?
Io questa domanda me la sono posta circa 1 anno fa. Per questo oggi vi propongo 4 valide alternative al fast-fashion.
1_ Acquistare abbigliamento sostenibile da aziende accreditate
Non fatevi ingannare dal greenwashing di alcune aziende.
Parlo di brand davvero sostenibili, ossia che abbiano un approccio etico e sostenibili in tutto le fasi di produzione.
Che creino abbigliamento con materiali di scarto, tessuti rigenerati oppure filati e materiali provenienti da plastica riciclata.
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2_ Acquistare abiti e accessori di seconda mano
Tagliamo gli sprechi di produzione e di smaltimento rimettendo in circolo abiti e accessori, e acquistando abiti “pre-loved”.
Al momento ci sono diversi modi per poter acquistare capi usati.
Sicuramente un ottima idea è andare personalmente in un negozio di abiti vintage-second hand in modo da provare personalmente le cose e comprendere il sistema taglie (le taglie vintage di solito hanno una vestibilità diversa a seconda del periodo di riferimento).
Io personalmente acquisto molto da Humana Vintage, dove trovo capi sempre di ottima qualità a dei prezzi davvero imbattibili.
Moltissimi negozi vintage hanno anche un negozio virtuale o addirittura un profilo instagram (come @dioramaboutique) da cui acquistare anche a distanza.
Sempre parlando di spazi virtuali per il second-hand posso consigliarvi l’app Depop, dove negozi e privati vendono capi di seconda mano con la sicurezza di una piattaforma accreditata che possa proteggere chi acquista da frodi e contenziosi.
3_ Swap party e scambi con amici e colleghi
Tutti abbiamo qualcosa nell’armadio che abbiamo acquistato e proprio non ci convince. Che senso ha tenerlo li ad occupare spazio?
Organizziamo un bello swap party per dare una seconda possibilità a capi che altrimenti resterebbero infondo ai cassetti.
Quello che per noi non va bene, magari può fare felice qualcun altro.
Vi lascio qui l’articolo che avevo scritto a riguardo qualche tempo fa.
4_ Acquistare da piccoli artigiani
Altra alternativa al fast fashion è sicuramente acquistare capi artigianali.
La produzione è limitata, e la qualità è ottima.
Acquistando un capo realizzato artigianalmente ci portiamo a casa non solo un capo: acquistiamo la paziente ricerca dei materiali, le ore di prototipazione, la cura nella produzione, e l’amore che ciascuna di queste piccole realtà ci mette in ogni singolo pezzo che esce dalle loro mani.
Ecco qualche esempio:
MAGLIERIA: Gaiasegattini Mamaglia
CALZATURE: La marchigiana Le scarpe di Marta
BORSE E ZAINI: ScarletVirgo
In conclusione: cambiamo il paradigma
Qualche tempo fa nelle sue #chiacchiereallalba @sere_cappelloabombetta ha parlato di Ilozoismo
Ilozoismo è la dottrina che concepisce la materia come una forza dinamica vivente che ha in se stessa animazione, movimento e sensibilità. In pratica = Attribuire a ogni oggetto un’anima
Questo concetto mi ha fatto molto riflettere.
E se questa cosa non fosse poi così sbagliata?
E se questa cosa non fosse poi così sbagliata?
Trovo che attribuire alle cose un’anima sia una cosa bellissima, che ci riporterebbe tutti ad una dimensione di vita minimale, più lenta e cosciente.
Le cose hanno un anima vuol dire che scelgo con attenzione cosa acquisto, perché una cosa che nasce dalla sofferenza in una fabbrica di gente sfruttata non porta con se nulla di buono.
Vuol dire che la cosa che acquisto la tratterò con rispetto, per farla durare più a lungo;
che la aggiusterò quando si romperà, e la modificherò un po’ se necessario.
E quando non sarà più utile al suo scopo, glie ne troverò uno nuovo.
Forse dovremmo tutti tornare a fare un po’ nostro il concetto di ilozoismo.
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